La celebre pasta famosa a Celle sul Rigo e grazie a Celle.
“I veri pici, genuini e di razza, si mangiano soltanto in piazza”. Questa la frase che ormai da mezzo secolo accoglie chiunque voglia assaggiare i veri pici cellesi durante la famosa sagra di Celle sul Rigo. Solo acqua, farina: ecco i pici, piatto povero per antonomasia. Rappresentavano la pasta di tutti i giorni, diversa dalla sfoglia con l’uovo destinata ai giorni di festa. Oggi viene aggiunta una piccola quantità di uovo per avere una tenuta migliore. Eppure il sapore li ha resi unici. Tutto merito della manualità che si tramanda di generazione in generazione, che provvede a una giusta compattezza, a una porosità che consente di integrarsi con il condimento. Niente che vedere con i normali spaghetti o, peggio, i pici fatti a macchina che si trovano in qualche ristorante, non di questa zona. Qui i pici sono un prodotto rigorosamente manuale, come elemento indispensabile per salvaguardarne gusto e caratteristiche.
Se gli spaghetti sono di origine cinese, forse i pici si legano agli Etruschi, stando almeno all’interpretazione di un affresco in una tomba. Una volta preparato l’impasto, non troppo compatto, né troppo tenero, si ritagliano delle striscioline di pasta e si comincia ad “appiciare”, ovvero il processo che consente di stirarli, in una spianatoia di legno ruvido, per non farli attaccare. Poi vengono passati nella farina di granoturco. Il condimento tradizionale dei “pici” di Celle è il “sugo all’aglione”, aglio locale che si esalta con il pomodoro. Si tratta di un sugo piccante, semplice e gustoso, a base di olio d’oliva, aglio, peperoncino, conserva e pochissimo pomodoro.