Bagno Bossolo

Posto tra la Fonte di Santa Lucia, poco più a monte, e la cosiddetta “Acqua Passante”, che si trova 50 metri più a valle, è costituito attualmente da una vasca rettangolare e dalla copertura realizzata nel 1871 sopra quello che era ormai solo un lavatoio. La fonte è composta da due sorgenti che hanno una portata di 1,53 litri al secondo, alla temperatura di 36° C. Ancora nel Settecento, il Bagno Bossolo era composto da un piccolo loggiato a quattro colonne e due vasche. L’acqua era curativa per bevuta: “L’acqua però che si beve sbocca da un barile di travertino tenuto fralle braccia d’una statua della medesima pietra, chiamata dagli abitanti Marforio, e per un canale sotterraneo esce poco distante dal detto loggiato, e mantiene sempre piene due Pile per uso delle lavandare”. In seguito a una frana, nel 1795, il loggiato principale e la statua scomparvero, lasciando attiva solo la parte del lavatoio, l’unica fino a oggi conservata e balneabile.

Le terme nell’antichità

Le tracce più antiche che testimoniano la frequentazione dei siti termali di San Casciano dei Bagni risalgono agli Etruschi, intorno al Sesto secolo a.C., ma la monumentalizzazione delle strutture si deve alle successive opere dei Romani. I ritrovamenti archeologici, in particolare al Bagno Grande, raccontano come le acque termali avessero una valenza sacra oltre che curativa, poiché le loro proprietà benefiche erano associate all’intervento di figure divine. A testimoniare questa fusione fra l’ambito della medicina e quello del sacro vi sono gli altari, le iscrizioni pro salute, le statuette e gli ex voto provenienti dal Santuario Ritrovato al Bagno Grande. Durante l’epoca romana, la natura sacrale di questi siti andò man mano perdendosi, a favore di una concezione più laica e edonistica delle terme, che da luoghi di cura e culto diventarono luoghi deputati al benessere e al piacere. Per questo, nel corso del tempo, intorno ai siti si svilupparono anche alberghi e botteghe artigianali, per offrire ai frequentatori i prodotti e servizi necessari. La pratica di depositare ex voto per propiziare le guarigioni rimase viva, ma più come atto dovuto che come atto di fede. Con la fine dell’Impero Romano, le strutture termali e con esse anche la pratica dei bagni caddero in disuso in tutta Europa: ciò avvenne per diversi motivi, non ultima l’affermazione della cultura cristiana, che disapprovava la nudità associandola alla promiscuità dei costumi.

Le terme tra Medioevo e modernità

Nel tardo Medioevo si assiste a una generale ripresa delle pratiche termali, benché il legame fra terme e peccato sia ancora ben vivo, tanto che nel XIX Canto dell’Inferno Dante si riferisce al bulicame, una sorgente termale del viterbese, come luogo dove le prostitute si recavano per curare le malattie veneree tramite lavande. A partire dal Tredicesimo secolo si ha dunque una generale riscoperta dei bagni termali e il ritorno graduale allo sfruttamento dei siti. Anche San Cassiano ad Balnea riacquista vigore grazie alla politica dei visconti di Campiglia, che si destreggiano tra il sostegno dei ghibellini senesi e dei guelfi di Orvieto. Della frequentazione delle terme anche da parte del clero si trova traccia nel Decameron di Boccaccio, quando l’abate di Cluny si reca proprio a San Casciano dei Bagni, i “Bagni di Siena”, per curare un male allo stomaco, finendo rapito da Ghino di Tacco. 

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